Come funziona Clubhouse, il social letteralmente sulla bocca di tutti

3 Febbraio 2021 - by Social

Se non sapete cos’è probabilmente per ora siete proprio su un altro pianeta, ma tranquilli ci siamo qui noi pronti a trascinarvi indietro sulla terra ferma e capire un poco che cosa sia questo Clubhouse.

Clubhouse è il nuovo social del momento (Tik tok non me ne volere, ma qualcuno ti sta rubando la scena qui eh), un servizio nato nel marzo del 2020 dall’idea di Paul Davison e Rohan Seth (un imprenditore e un ingegnere), proprio in concomitanza dello scoppio della pandemia mondiale di Covid-19. Nemmeno a farlo apposta, il formato di questo social è stato molto previdente e al passo con i tempi e ora vi spieghiamo il perché. 

L’obiettivo di Clubhouse è semplice, è nato per favorire le conversazioni tra utenti attraverso l’interazione vocale, ma in tempo reale. Insomma, non bisogna postare contenuti, video foto e balletti virali: qui non servono.

Le uniche cose che occorrono solo la propria opinione e un invito.

Di fatto, Clubhouse è una sorta di via di mezzo tra un podcast aperto e una chat vocale, un social composto da “Rooms”, ogni stanza ha un argomento di discussione principale, dove al suo interno vi sono tutti i partecipanti e il moderatore del gruppo, il quale si occuperà in particolar modo di dare la parola a chi vuole esprimere la propria opinione all’interno della stanza tramite alzata di mano, dato che quando si entra inizialmente nella room l’utente è mutato. 

Lasciare la stanza è comunque possibile in qualsiasi momento (Leave quietly), per poi decidere di rientrare in seguito.

Vi sono 3 tipi di stanze: Open, Social e Closed. Una stanza Open è come dice la parola stessa aperta al pubblico, chi è sul social può tranquillamente entrare. Clubhouse, inoltre  ci inviterà a selezionare i nostri interessi sulla base di una serie di categorie predefinite suddivise per argomento, come sport, cinema e altro così’ da poterci mostrare quello che più ci interessa per poterci entrare.

La stanza Social è visibile solo alle persone connesse tra di loro, quindi quelle che si seguono, infine una stanza Closed è privata, quindi accessibile solo a chi l’ha creata e a chi è stato invitato.

Le prime due tipologie di stanze sono quelle che vanno di più, poiché sfruttano quello che è il desiderio di un po’ tutti gli utenti dei social network in generale, quella di partecipare anche in maniera passiva a una conversazione, guardando, o in questo caso ascoltando, ciò che ha da dire la gente sugli argomenti più disparati. 

Entrare però a far parte di una di queste room per ora è abbastanza complicato.

Considerate che in Italia Clubhouse è usato principalmente da giornalisti, esperti di strumenti digitali o marketing e persone famose sul web (come Marco Montemagno o per i suoi followers il Monty), questo perché è necessario essere invitato da qualcuno che è già iscritto a Clubhouse e per ora si può entrare solamente tramite app (dove tutto è in inglese). Che a sua volta può essere scaricata solo dai dispositivi IOS 13.0. 

Queste limitazioni sono dettate dal fatto che è molto difficile gestire il tutto, poiché in meno di un anno il social ha visto un afflusso di 2 milioni di nuovi utenti e sono molti gli utenti che si sono iscritti, ma sono ancora in lista di attesa che aspettano il messaggio di invito da parte di un amico o conoscente. Ricordate che ogni iscritto ha diritto solamente a due inviti, quindi è importante inserire il proprio numero di telefono quando si manda la richiesta così da poter vedere chi tra i tuoi conoscenti è già iscritto. 

E la privacy? 

Per ora non è possibile né registrare né condividere le registrazioni su Clubhouse e gli unici dati scritti ci sarà solamente la propria bio. 

Però, questa app presenta due limiti principali, il primo è che l’app richiede in modo molto insistente di avere accesso alla rubrica del telefono di chi la usa, e questo non soddisferebbe i requisiti del Regolamento europeo sulla privacy.

Inoltre, non c’è modo di evitare la creazione di stanze dove vengano messe in giro voci false o incitamenti all’odio.

Si dovrà capire se i creatori dell’app hanno in mente una maniera di moderare le conversazioni. 

Una curiosità sull’icona dell’App Clubhouse

Chi è Bomani X, il volto di Clubhouse

Il social meno social di tutti ovviamente ha deciso di non puntare sulla classica icona colorata e super riconoscibile, ma di utilizzare un’idea controintuitiva.

Al posto di un logo, hanno scelto di utilizzare l’immagine in bianco e nero di un nuovo che sorride, accompagnato dalla sua chitarra.

Si tratta di Bomani X, un chitarrista americano e fondatore di Lit.Spins, servizio in abbonamento che spedisce ai suoi sostenitori un libro abbinato ad un vinile.

Una volta svelata l’identità del volto di Clubhouse, è lecito chiedersi perché la scelta sia ricaduta proprio su di lui.

In realtà, la risposta è piuttosto semplice: i fondatori del nuovo social hanno deciso di dare spazio ai suoi utenti più attivi e popolari.

E Bomani X è uno degli speakers di Cotton Club, una stanza privata che si presenta in questo modo:

«Vibrazioni colloquiali. Dress code rigoroso. Le signore sono sempre libere prima delle 12. Se sai come entrare nel club…lo sai. Inizia quando inizia. Finisce quando finisce».

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